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DIPINTI EROTICI III: L'OMOSESSUALITA'
Omosessualità femminile
L'omosessualità femminile sebbene condannata dai governanti, ebbe in pittura un certo seguito; dipinti di donne seminude abbracciate o in atteggiamenti equivoci, divennero sempre più numerosi a partire dalla metà del Cinquecento, quando i committenti desiderosi di adornare le proprie stanze con le immagini di donne, dee e ninfe in atti provocatori e sensuali, chiesero sempre più di frequente agli artisti di realizzare opere che rendessero appieno i loro desideri.
Tre anni dopo essere diventata l'amante di Enrico IV di Francia, Gabrielle d'Estrées venne ritratta nuda con la sorella in una vasca foderata e in una posa ambigua.
La massima espansione della libertà di creazione in pittura di amori omosessuali femminili, si ebbero nella Francia di Luigi XV in pieno Settecento (vedi l'articolo: L'erotismo sfrenato di Boucher), quando classicità del Barocco lasciò spazio alla leggerezza del Rococò.
Nell'Ottocento Coubert, scandoloso e incurante del ben pensare dell'epoca, realizzò un'opera ancora più esplicita di quelle di Boucher, immortalando due donne completamente nude su di un letto avvinghiate.
Gabrielle d'Estrées e sua sorella
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Courbet
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Antoine Auguste Thivet
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Omosessualità maschile
A differenza dell'omosessualità femminile, quella maschile è stata poco raffigurata in pittura.
Mengs ne fece un leggero accenno nel dipinto "Giove e Ganimede", il ragazzo rapito dal dio sotto forma di aquila che fu l'unico amore maschile di Giove. Questa favola mitologica ci racconta dell'atteggiamento tollerante degli antichi greci verso gli amori tra adulti e giovinetti e venne ripresa anche da Caravaggio che non si curò mai di quanto pensavano i suoi contemporanei.
Mengs- Giove bacia Ganimede
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Evelyn De Morgan
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Hans von Marees
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