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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
QUADRI BURLESCHI 
 
Prima del Rinascimento i dipinti erano esclusivamente a tema sacro giacchè ogni tipo di divertimento era bandito dalla Chiesa. Nel Medioevo la risata era considerata un peccato, qualcosa che allontanava da Dio, ma con la nuova concezione della vita iniziata verso il 1450, pian piano si inziò a creare un nuovo tipo di arte che non trascurava più il dare piacere all'osservatore di un quadro (si pensi alla "Primavera" di Botticelli o agli affreschi della "Farnesina" di Raffaello). Si lanciavano ancora messaggi, ma non più sempre mirati alla devozione religiosa. Bisognerà però attendere il 1560 per poter vedere il primo dipinto scherzoso della storia della pittura. Fu Jacopo Robusti detto il Tintoretto con la creazione di “Venere, Vulcano e Marte” a dare il via al nuovo genere pittorico. Qui appare il dio della guerra, Marte, sotto una luce davvero insolita per i tempi che correvano.  
Al centro del dipinto c'è Venere nuda e sdraiata sul letto con il figlioletto Cupido in alto sopra di lei, il quale finge di dormire; attorno a loro l'artista inventerà una scena assai buffa che fece scalpore tra i suoi contemporanei. Il marito della dea, Vulcano, sopraggiunto evidentemente all'improvviso, guarda sotto le lenzuola alla ricerca della prova del tradimento della moglie, che chiaramente, è avvenuto veramente perché sotto al mobilio vicino al letto, si scorge la testa di Marte (egli fu l'amante della dea dell'amore in molte leggende mitologiche). Nascosto per non farsi scoprire dal marito geloso, il dio fa il segno ad un cagnolino di star zitto e tale gesto, fa davvero ridere, una novità che i tempi erano ormai maturi ad accogliere. L'opera dell'ultimo grande pittore veneziano cinquecentesco, mise così in risalto in maniera diversa un tema molto in voga nel Rinascimento. Marte, dio della guerra, il più temuto e potente dei guerrieri secondo la mitologia greca, venne visto fin dall'antichità neutralizzato dalla forza dell'amore e fu descritto spesso come un uomo comune a causa della sua passione per Venere, ma nessuno prima di Tintoretto lo aveva mai posto in una posizione ridicola.  
Il quadro "Venere, Vulcano e Marte", fece dopo scuola e si sviluppò sprattutto a partire dal Settecento. Il Barocco secentesco preferì glorificare i potenti, i quali di certo non desiderarono essere presi in giro e il caravaggismo (corrente pittorica sua rivale in quel secolo), seppure spesso e volentieri si impegnò a burlare gli dei più famosi della mitologia esaltati dai pittori classici, mirò sempre però non all'intrattenimento, ma a denunciare una situazione sociale drammatica ignorata dai governanti.  
Trai quadri a soggetto burlesco, ricordiamo quelli eseguiti dal pittore francesce ottocentesco Paul Charles Chocarne-Moreau (1855-1931), il quale ne realizzò una serie divertentissima con grande successo descrivendo gli scherzi più comuni dei ragazzi dei suoi tempi, forse chissà, fatti anche da lui in giovane età.  
(FAGR 10-10-10) 
 
Tintoretto "Venere, Vulcano e Marte"  
 
Paul Charles Chocarne-Moreau  
 
Paul Charles Chocarne-Moreau  
 
Paul Charles Chocarne-Moreau  
 
Paul Charles Chocarne-Moreau  
 
Paul Charles Chocarne-Moreau