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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
GOYA E LA CONTESSA D'ALBA 
 
L'ultimo duca d'Alba rimasto senza eredi maschi, lasciò il titolo a sua figlia Maria Teresa Cayetana de Silva, la quale a soli tredici anni, fu data in sposa nel 1775 a José Alvarez de Toledo, undicesimo marchese di Villafranca.  
La giovane contessa era tanto bella quanto inquieta e a vent'anni, tutta la corte spagnola già sparlava di lei ritenendo il suo comportamento troppo spregiudicato. La sua passione per i toreri e per i travestimenti con cui di notte scandalizzava i contemporanei, divenne leggendaria proprio per quanto fu a lungo sulla bocca di tutti non solo a corte, ma per tutta la Spagna.  
La famiglia dei conti d'Alba già dal Medioevo, era stata tra le più potenti in Spagna e Maria Teresa come del resto i suoi antenati, non si curava di niente e nessuno, nemmeno di far ingelosire la regina o l'amante del re.  
Nel 1795 quando l'affascinante contessa aveva solo vent'otto anni, muore suo marito, il marchese di Villafranca, lasciandola senza eredi; divenuta vedova, ella smette subito di far chiacchierare il bel mondo con le sue vecchie passioni sbigottendo però ancora di più con una nuova: l'amore tormentato verso il pittore Francisco Goya y Lucientes, colui che è definito dai critici d'arte il primo grande pittore moderno, ispiratore degli innovativi impressionisti.  
Goya (1746-1816) frequentava la corte spagnola dal 1786, quando vi era stato introdotto dal pittore Bayeu (di cui sposerà la sorella Josefa), ma inizierà a frequentare assiduamente la contessa d'Alba solo dal 1795; da questo periodo in poi egli la immortalerà in una serie di quadri e disegni che renderanno ai posteri Maria Teresa Cayetana de Silva, anche più famosa di quanto lo era stata in vita giacché il suo nome e la sua storia, supererà i confini spagnoli. La loro relazione durerà fino al 1802, data della morte della dama oggetto di tante polemiche, avvenuta si dice, in circostanze non chiare. In molti pensano che questa gentildonna dalla bellezza leggendaria, sia stata uccisa per ordine della regina dal primo ministro Godoy (l'esame sui suoi resti fatti di recente, ci informano però che non fu assassinata con del veleno).  
Il tormentato amore della contessa d'Alba per Goya, è testimoniato da disegni che la ritraggono nella sua intimità domestica, i quali non lasciano dubbi sulla grande confidenza coltivata da questi due celebri personaggi.  
Quando lei morì, tutti vollero riconoscerla nei due celebri ritratti: Maja desnuda e Maja vestida, ma i critici oggi sono più propensi a pensare che si tratti di ritratti dell'amante del ministro Godoy: Pepita Tudò. Era stato proprio questo primo ministro del re spagnolo Carlo IV a commissionare a Goya le due tele e le sistemò sovrapposte nel suo studio, in modo che quando una scompariva, appariva l'altra con un semplice scatto di una molla.  
E' molto probabile che se Maria Teresa non fu la modella dei due conosciutissimi quadri, ne fosse in ogni caso l'ispiratrice. Scandalosi come lei, queste due tele fecero scuola ai pittori che seguirono Goya e famosissima, è la versione fatta da Manet nel 1863 intitolata: "Olimpia".  
Se gli scandali di tipo sessuale potevano travolgere e rovinare sia maschi che femmine in passato, lentamente qualcosa iniziò a cambiare già dal XIX secolo. Le amanti di personaggi in vista come Raffaello o Goya pubblicizzate dalla pittura, diventarono modelli di vita per molte donne e nel XX secolo quello che fece indignare re, regine con popoli interi, pian piano fu visto come la più assoluta normalità di tutti i giorni.  
(FAGR 13-3-11) 
La Maja desnuda di Goya 
 
La Maja vestida di Goya 
 
Olympia di Manet