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IL MITO DI GIOTTO 
 
Giotto (1267 ca. - 1337) fu un uomo talmente eccezionale da diventare un mito fin da quando era ancora in vita. Nel Medioevo venivano osannati gli eroi guerrieri, quelli tratti dalla mitologia greco-romana o al massimo i letterati, ma non certo i pittori. L'arte pittorica non era ancora ben considerata a quel tempo, ma il primo a far cambiare idea alla gente fu proprio Giotto. I suoi studi sulla prospettiva e sul disegno in generale, permisero la creazione di immagini pittoriche dal grande impatto emotivo come mai prima si era visto e il suo mito sorse quindi con buone ragioni. Nel Trecento le scuole che divulgavano il suo stile spuntarono un po' dovunque in Italia e fino a metà del Quattrocento con l'avvento dell'arte di Masaccio, nessuno portò più in pittura idee rivoluzionarie come le sue atte a colpire a fondo il cuore delle persone. Al pari degli altri uomini eccezionali del passato, l'alone di leggenda che si creò attorno a lui ispirò sia gli scrittori che i pittori. Della sua vita con certezza si sa poco o nulla a parte il fatto che ebbe una famiglia numerosa da mantenere e per questo s'impegnò in molti lavori oltre a quello di pittore (compreso l'usuraio), ma la tradizione lo vuole allievo di Cimabue (1240 ca. - 1302), l'artista che già dal Duecento diede il via al Rinascimento italiano. Si può supporre però che essendo entrambi toscani attivi a Firenze e Cimabue il più anziano, sia stata questa solo la deduzione di qualcuno. In ogni caso la parte della leggenda legata a Giotto che più colpì la fantasia dei pittori riguarda proprio Cimabue, il quale sembra lo conobbe per caso mentre disegnava in terra con un bastoncino di legno o con un carboncino su una pietra (dipende dalle diverse versioni scritte), una delle pecore in sua custodia; si dice infatti che provenisse da una famiglia di poveri contadini e che faceva il pastorello per vivere. Nell'Ottocento uno dei più famosi maestri d'arte Léon Bonnat (1833-1922), il quale ebbe in Francia numerosi onori e una scuola che sfornò tantissimi grandi artisti tra cui Edouard Manet, Henri de Toulouse Lautrec e George Braque, dedicò alla leggenda di Giotto bambino un quadro a cui poi si ispirarono parecchi altri disegnatori. Tutti rimasero colpiti più dalla leggenda del genio precoce di questo pittore che da altre; anche in un dipinto di Jules-Claude Ziegler (1804-1856), appare Giotto fanciullo vestito miseramente attratto da un grosso libro.  
Come sempre quando si ha di fronte un mito non si sa mai fino a che punto può esserci qualcosa di vero, conta solo il messaggio che lancia e di sicuro, le raffigurazioni dedicate a Giotto non possono fare del male a nessuno, cosa non facile invece da dirsi di alcuni miti moderni.  
(FAGR 7-4-14)  
 
Léon Bonnat  
 
Jules-Claude Ziegler