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LA CONFESSIONE 
 
Il sacramento della Confessione a cui un buon cattolico si appresta di sovente per ricevere l'assoluzione dei suoi peccati e avere il permesso di avvicinarsi al sacramento dell'Eucarestia durante la Messa, prevede persone in attesa del momento di conferire con il loro confessore, nulla che possa dar fastidio a benedizioni o alle varie preghiere dei fedeli, quindi un artista può fare schizzi a piacimento senza il timore di disturbare qualcuno.  
Sappiamo molto sui confessionali, dalle loro forme (molte delle quali scomparse), all'abitudine di confessare dei preti spesso seduti vicino ai parrocchiani, ma a nostra disposizione abbiamo soprattutto immagini pittoriche atte a rappresentare unicamente il lato spirituale di chi si avvicinava a questo sacramento, come mostrato nelle opere di Giuseppe Maria Crespi (1665-1747) e di Guillaume Bodinier (1795-1872).  
Solo il pittore veneziano Pietro Longhi (1701-1785) seppe dare una interpretazione diversa. Egli, la cui arte s'ispirava a quella teatrale del Goldoni, la quale prendeva sempre spunto dalla vita reale, affrontò questo tema come nel suo stile di sempre, vale a dire studiando più il modo di comportarsi delle persone che i moti religiosi della loro anima. Ecco allora apparire nel suo quadro intitolato: “Confessionale, una signora elegantemente vestita e dallo sguardo fiero che guarda una donna povera inginocchiata vicino a lei come se fosse a disagio. Il messaggio lanciato da questo dipinto è chiaro, la donna povera dà l'impressione di pregare più per richiedere l'aiuto di Dio a sollevarla dalle pene causate dalla miseria che non per il pentimento di chissà quale peccato; la donna ricca sembra invece che nel confessarsi svolga solo un semplice atto di formalità a cui il costume sociale dell'epoca la obbliga. Ciò ci dice molto della vita di quei tempi, cosa questa che accadeva raramente in un quadro del Settecento prima dello scoppio della Rivoluzione francese. Ciò fa del Longhi uno dei più grandi pittori mai avuti da Venezia, anche se spesso e volentieri, egli si trovò parecchio sottovaluto perfino dagli stessi veneziani, sia mentre era in vita che dopo.  
(FAGR 3-5-14) 
 
Crespi 
 
Bodinier 
 
Longhi