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NEOCLASSICISMO E ROMANTICISMO 
 
Dopo il 1750 la fuga nella fantasia esplicata dal Roccocò subì un brusco arresto:L’Enciclopedia di Diderot e D’Alembert con i principi di Rosseau e Volter, diedero inizio all’illuminismo e le arti, almeno parzialmente, vi adegueranno e le frivolezze del Rococò a poco a poco, vennero messe al bando. Lo studio dei modelli antichi tornerà ad essere rigoroso e questo processo di cambiamenti porterà alla Rivoluzione francese. Dai cambiamenti politici e sociali nascerà una nuova corrente pittorica: il Neoclassicismo che negli ultimi anni del Settecento trionferà ovunque. In questo periodo la convinzione illuministica che la grandezza dei governanti si dovesse giudicare non tanto dalle conquiste territoriali, ma dalle opere d’arte e letteratura realizzate sotto la loro reggenza, agì come stimolo per il miglioramento delle arti e così, le accademie incominciarono moltiplicarsi e nacquero i primi musei pubblici. Divenuto arte ufficiale il Neoclassicismo s’impoverì e gli effetti del manierismo accademico dopo pochi anni iniziò a manifestarsi. I primi neoclassici si erano ispirati all’arte antica nelle forme più pure, ma nel periodo napoleonico si adoperò per propagare le virtù del monarca una volta di più. Questa corrente nata in Francia, ebbe come principale esponente Jacques-Louis David (1748-1825), pittore parente di Francois Boucher, primo pittore di Luigi XV che lo ebbe come allievo. L’artista parteciperà in prima linea ai nuovi ideali polici e sociali, sia negli anni della rivoluzione che in quelli napoleonici. Affascinato dalla personalità dell’imperatore ne seguirà le sorti nella vittoria e nella sconfitta. Le sue figure mirano ad esaltare il patriottismo eroico in una visione energica e drammatica e come in tutte le opere neoclassiche, vengono esibite le abilità accademiche per dare eleganza e raffinatezza alle composizioni. Non vi è più adesso la ricerca di suppellettili e fronzoli con un sovraffollamento delle immagini tipiche delle raffigurazioni secentesche, tutto appare ricercato per il giusto equilibrio per evitare ogni leziosità. Il Neoclassicismo aveva già in sé le basi per lo sviluppo del Romanticismo. Esso ebbe pittori come Angelica Kauffmann che si oppose alle idee esaltanti le virtù patriottiche e sviluppò una pittura anti-eroica in linea con la letteratura inglese dello Sturm un Drang o come Girodet-Trison, allievo di David, il quale esordì con quadri dove apparivano figure mitologiche immerse in un mondo primitivo i cui sentimenti non erano controllati dall’intelletto in aperto contrasto con le idee illuministiche settecentesche. Fino alla disfatta di Bonaparte tutta l’arte girò attorno a lui, ma la restaurazione delle monarchie con il Congresso di Vienna e le sue successive oppressioni sui popoli, fece sorgere il grande movimento del Romanticismo in opposizione all’arte neoclassica ufficializzata dai re per sostenere la loro propaganda politica. L’aggettivo -romantic- apparve in Inghilterra come sinonimo di romanzesco e la corrente si estese dall’arte alla filosofia e alla vita in genere. Fu una fuga dalla realtà per ritirarsi in un mondo fantastico in una esaltazione della libertà individuale di fronte all’irriducibilità delle forze naturali. Difficile definire questo movimento che fu più un modo di sentire che un sistema organico di concetti e idee, si trattava di una ribellione individuale e allo stesso tempo sociale a quanto accadeva. In Francia a metà Ottocento, incominciò a diffondersi l’arte Realista che ha le sue radici nel Romanticismo. Il malcontento della massa lavoratrice si tramuterà in pittura con tematiche legate alla vita del lavoro e ai nuovo costumi della vita moderna. Le autorità governative faranno il possibile per non far diffondere l’arte Realista e quella Impressionista che ne fu la conseguenza; i pittori neoclassici nell’800 vissero tra onori e lusso e gli oppositori che mostravano il mondo reale, in infinite difficoltà, ma il tempo alla fine concederà la fama agli artisti perseguitati.  
 
NEOCLASSICISMO 
David "La morte di Socrate" 
 
ROMANTICISMO 
Hayez "Il bacio"