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L'INVENTARIO DI PAOLO ANTONIO BARBIERI 
 
Nei secoli passati quando ancora non esistevano tutte le distrazioni moderne, l'abitudine di tenere dei diari era molto viva tra gli intellettuali e anche tra tutti coloro che sapevano scrivere. Alcuni di questi scritti salvati dalla mannaia dei parenti protettivi, sono risultati di grande utilità per i posteri: stiamo parlando dei cartacei in grado di farci conoscere cose importanti altrimenti sconosciute. Quanto misero su carta i pittori riguardo ai loro quadri, ebbe ad esempio un gran peso nella Storia dell'arte. Certo ci sono eccezioni come il diario di Pontormo (vedi articolo: Il diario del Pontormo), il quale mostrava solo la paura del vivere dello scrivente con noiosissimi elenchi di cosa mangiava ogni santo giorno e poco altro, ma la sensibilità del pittore Paolo Antonio Barbieri (1603-1649), fratello del più famoso pittore Guercino (vedi post su  Facebook del 18-9-15), lo portò invece ad annotare sul suo diario di faccende più interessanti. Egli alla sera quando apriva uno dei suoi quaderni dove appuntava le notizie che più lo avevano colpito durante la giornata, elencava le opere pittoriche non solo eseguite da lui (furono oltre quaranta), ma anche quelle del fratello e di tutti gli artisti ferraresi del suo tempo. La famiglia Barbieri, di cui Paolo Antonio tenne sempre l'amministrazione finché fu in vita, era originaria di Cento (FE) e l'arte ferrarese nel periodo di inizio Seicento, aveva grande fama di eccellenza, specialmente a Bologna dove vissero i due fratelli pittori. Era dunque un motivo di orgoglio farne parte e di enorme soddisfazione raccontare per iscritto quanto ancora viveva tale tradizione artistica grazie a lui e agli altri pittori ferraresi suoi contemporanei. Di certo Paolo Antonio trasse più piacere da questo tipo di innocente vanto che non dal glorificare con una penna quanto aveva riempito il suo stomaco in nome della vittoria contro la fame, in quanto non ci sono tracce di cosa mai mangiò nei suoi scritti. 
E di ciò dobbiamo davvero ringraziare il cielo. Il suo “Diario” costituisce per noi un prezioso inventario di opere secentesche e le notizie che egli apportò riguardo ad ogni tela descritta, sono di molto rilievo perché se ne fossimo all'oscuro, si sarebbero creati dei nodi alquanto difficili da sciogliere, i quali avrebbero senz'altro dopo fatto impazzire i poveri studiosi d'arte intenti a interpretare i significati dei quadri molti anni dopo la loro creazione. 
 
(FAGR 26-9-15) 
 
Negozio di spezie di Paolo Antonio Barbieri 
 
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