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IMPRESSIONISMO 
 
L’Impressionismo nacque nella seconda metà dell’Ottocento da un gruppo di giovani pittori alla ricerca di sempre maggior realtà da portare nell’arte. Ispirati dal realista Manet che consideravano il loro grande maestro, essi ritrassero tutto quanto legato alla nuova sensibilità urbana, come locomotive, battelli a vapore, ballerine e musicisti ecc., studiando un nuovo modo di dare effetti di luce e ombre sulla tela. Gli impressionisti schiarirono i colori, li resero più brillanti, li distribuirono con pennellate leggere e posero così le basi per un cambiamento totale nella tecnica del  dipingere. Apparve per la prima volta in pittura il distacco completo dal senso della costruzione dell’immagine che divenne di nessuna importanza anche nella futura arte moderna. Una delle regole principali di questi pittori, consistette nel dipingere sempre all’aria aperta e tutti vi si sottoposero, tranne Degas, il quale  preferì comunque dipingere nel suo studio. Monet fu l’impressionista che più di tutti applicò con radicalità il principio del “plein air” e fin dai suoi inizi, abbandonò completamente il disegno dai suoi quadri. 
Come tutti gli artisti che dipingevano in modo anti-classico, gli impressionisti incontrarono seri problemi ad essere accettati nel Salon Ufficiale, così nel 1874 seguendo l’esempio di Coubert, a proprie spese allestirono una mostra nello studio del fotografo Nadar in modo da poter esporre le proprie opere. I membri fondatori dell’Impressionismo furono: Monet, Renoir, Sisley, Pissaro, Degas e Berthe Morrisot.  
Emile Zola chiamò questi pittori naturalisti, ma la critica conservatrice con intenzioni chiaramente ironiche, li definì impressionisti prendendo spunto da un quadro di Monet intitolato: “Impressione: levar del sole”.  
La loro iniziativa attirò molta curiosità e fu ripetuta nel 1876, 1877, 1879, 1880 e 1882, ma dal punto di vista economico, fu un insuccesso.  
Degas contestò il compromesso di ricercare l’arte ufficiale degli altri impressionisti per divenire famosi (Renoir aveva avuto successo al Salon Ufficiale con il quadro:“Madame Charpentier e le figlie”) e nel 1880, creò la prima divisione nel gruppo allestendo una mostra dove partecipò solo con suoi amici.  
Il pittore Paul Cézanne prese parte solamente alla mostra del 1877, ma fu talmente un’esperienza disastrosa per lui,  che preferì in seguito astenersi lungamente dall’esporre nuovamente le sue opere. Ebbe però la stima di Pissaro, Monet e Renoir che mantennero con l’artista rapporti di amicizia e lo incoraggiarono  a continuare le ricerche particolarissime sull’ordine geometrico-strutturale dell’immagine a cui si era tanto appassionato. Fortunatamente figlio di un banchiere ed esente da preoccupazioni economiche, egli studiò per anni i rapporti equilibrati tra i colori, i volumi e le diverse parti di composizione dell’immagine senza interessarsi della vendita, fino ad arrivare ad un processo di sintesi che riprodusse la natura senza imitarla. Trattando le forme come cilindri, coni, sfere etc., Cézanne giunse infatti ad un equilibrio parallelo a quello naturale usando la tecnica di mettere in evidenza le rispondenze geometriche delle parti. Con la mostra del 1904 interamente dedicata a lui, il pittore fu consacrato ancora in vita a mito della pittura e in seguito, tutti i giovani artisti studiarono la sua opera per ispirarsi nel  creare nuove avanguardie. 
Nell’ultima mostra impressionista del 1882, Degas e i suoi amici furono eliminati dall’organizzatore Durand-Ruel per far spazio a quelli che dal suo punto di vista, avevano più possibilità di entrare nel mercato artistico; a partecipare quell’anno furono: Monet, Renoir, Morisot, Pissaro, Sisley, Gauguin, Seurat e altri. Dopo questa mostra i pittori impressionisti percorreranno strade separate. 
 
Monet 
Pisarro 
 
Degas 
 
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