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ARTE INFORMALE 
 
La crisi del rapporto tra arte e società, già avvertita con grande forza nei primi anni del secolo XX, esplose nuovamente e con più ampie dimensioni nell’immediato dopoguerra. Il motivo fu una diffusa crisi esistenziale, le cui cause sono da ricercare nella sfiducia in un progresso che aveva condotto agli orrori delle due guerre mondiali. Nacque così la volontà di rinunciare ad ogni riferimento con il passato e di superare ogni tradizione sia figurativa che non figurativa. Il primo a definire il nome informale fu il pittore Georges Mathieu, ma si deve al critico francese Michel Tapié, l’adozione sistematica del termine. Con questo nome s’intese raggruppare esperienze molto varie di sensibilità artistiche diverse che in comune, avevano solo il far scaturire un’opera d’arte dal contatto dell’artista con la materia, come potrebbe essere lanciare barattoli di vernice colorata su una tela. Naturalmente il getto non doveva avvenire a caso, ma doveva essere il frutto di lunghe riflessioni e di una gestualità controllata. Le materie erano diverse, praticamente tutte quelle che potevano lasciare un segno dopo un lancio e le forme che gli artisti informali crearono con abilità, ebbero un linguaggio che colpi molto l’opinione pubblica.