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INDIVIDUA IL PERIODO STORICO DI UN QUADRO - PARTE 2 
 
In questa seconda lezione analizzeremo i grandi cambiamenti introdotti in pittura dal toscano Leonardo da Vinci e dal veneto Giorgione, i quali segnarono l’inizio di un Cinquecento privo di decori in oro e con un nuovo modo di porre le figure nei quadri. 
Le principali novità che ci fanno distinguere un dipinto d'inizio Cinquecento da uno di fine Quattrocento sono: 
1)  Le figure in posa a tre quarti. 
Vengono chiamati così i ritratti con pose dove una spalla è davanti all’altra. Leonardo tra il 1488 e il 1490 dipinse il celebre dipinto "Dama con ermellino" ed è in questa tela che per la prima volta nella storia dell'arte appare un ritratto posto a tre quarti.  
 
 
Fino al 1490 i soggetti furono sempre immortalati frontali o di profilo. 
Vediamo un esempio di ritratto pre-innovazioni di Leonardo dipinto dal Pollaiolo alla fine del Quattrocento e uno post-innovazioni di Leonardo con figura a tre quarti di Raffaello Sanzio eseguito nel 1516. 
 
 
2) I raggruppamenti delle figure. 
Leonardo disegnò poi per la prima volta più persone unendole in un solo blocco rompendo così il consueto ordine stabilito di tipo medievale nel disporre le figure, con il risultato di dare maggiore movimento e naturalezza alla scena. Questo genere di raggruppamento fu dal da Vinci eseguito nell'affresco intitolato: "Ultima cena", dipinto dal 1495 al 1498 mentre era a Milano. Qui gli apostoli come si può notare non sono più in fila come si usava disporli nel Medioevo, ma in gruppi da tre. 
Vediamo un esempio di Ultima Cena eseguita dal Perugino nel 1493 e l'Ultima Cena di Leonardo di due anni dopo. 
 
 
 
3) La prospettiva 
Come si può ben notare oltre al senso di movimento degli apostoli, in questo affresco di Leonardo c'è un magnifico sfondo che dà profondità al refettorio dove l'"Ultima cena" del da Vinci è dipinta, per cui qui vi è anche l'insegnamento di come uscire dalle gabbie prospettiche quattrocentesche. Dopo la nascita di questo capolavoro leonardesco appariranno subito anche nei lavori di altri pittori, degli sfondi dalla grande precisione prospettica per il maggior senso della profondità dato alle immagini (ulteriore segno capace di farci riconoscere un lavoro quattrocentesco da uno cinquecentesco). 
 
4)  Lo sfumato. 
Fino alla fine del quattrocento la pittura ad olio non era molto diffusa in Italia e si pensi che artisti di grande fama come il Botticelli non la adoperò mai (anche se visse fino al 1510). Con la tecnica trecentesca della pittura all’uovo era praticamente però impossibile amalgamare bene i colori e di conseguenza, non si poteva “sfumare” per ottenere alcuni effetti pittorici che proprio per questo sono tipici solo del XVI secolo. Leonardo fu uno dei primi ad avvalersi in pittura della tecnica mista, ovvero con base all’uovo e sopra rifiniture ad olio; la morbidezza dell’olio lo ispirò dopo a creare un nuovo modo di dipingere con il celebre sfumato leonardesco per ottenere sfumature in precedenza impensabili. Tale scoperta fu adoperata per la prima volta nella sua opera (non per nulla famosissima) chiamata comunemente: "Gioconda" e con la novità dello sfumato, appare in questa tela anche un paesaggio sullo sfondo (non si usava nei ritratti) e il risultato dei suoi studi sulle espressioni dei volti per mostrare i sentimenti più intimi dell'animo umano (come si vedrà anche nel dipinto di "Madonna, Gesù Bambino, San Giovannino e Sant'Anna).   
 
 
 
 
Mettiamo ora il famosissimo volto della Gioconda di Leonardo, primo splendido esempio di sfumato leonardesco, in contrapposizione con il celebre viso della Venere del Botticelli (Sandro Botticelli, contemporaneo e anche amico di Leonardo, nonostante fosse un artista fantasioso, era però poco innovativo dal punto tecnico-pittorico) per mostrare la differenza tra un dipinto fatto con tecnica all'uovo e uno con tecnica mista all'olio. 
 
 
Un quadro all'olio risulterà sempre come si può notare, più scuro rispetto ad uno eseguito solo con tempera all'uovo ed i colori si vede bene, lasciano righe pesanti e non sfumate. L'effetto dello sfumato di un dipinto cinquecentesco rende anche di più il senso tridimensionale, mentre quello quattrocentesco è ancora molto bidimensionale. 
 
NOTA: I cambiamenti appena citati che ci fanno distinguere bene uno stile pittorico dall'altro, sono stati possibili anche per l’entrata degli stranieri in Italia; furono i pittori fiamminghi come Durer a rendere famosa la pittura ad olio e senza loro, Leonardo non avrebbe potuto studiare un nuovo modo di dipingere. 
Venezia che iniziava ad essere famosa in Italia con la famiglia dei pittori Bellini, non introdusse novità artistiche finché non ebbe modo di entrare in contatto anch'essa con i lavori di Durer ad olio.  Il pittore Giorgione che rivoluzionò la pittura veneta, fu il primo a sfruttare le qualità della pittura ad olio in veneto e dopo il suo successo nella città lagunare, tutti lo copiarono (perfino i Bellini che a Venezia dettavano legge in fatto di pittura).   
 
5) La natura in primo piano rispetto alle figure. 
Osserviamo ora il dipinto più celebre del Giorgione: "La tempesta" che introduce in pittura l'idea di dare più importanza alla natura e al provocare forti emozioni umane. 
 
 
Quest'opera datata 1505, è il primo dipinto ad olio della Storia dell'arte dove le figure umane sono piccole e la natura prevale su tutta la scena. Il significato dell'opera è espresso attraverso simboli come si usava nel Quattrocento (vedi articolo: Il senso della Tempesta), ma l'aspetto poetico dell'immagine pittorica, crea una forte emozione all'osservatore. L'introduzione di queste altre novità, muterà ancora di più le immagini pittoriche cinquecentesche che da questo momento, cercheranno sempre di più di ricercare emozioni lontane dall'ambito religioso usando i contrasti del colore. 
 
NOTA: I critici d’arte hanno ritenuto "incredibili" gli studi che Giorgione compì parallelamente a quelli di Leonardo nello sfumato, senza tener conto di quanto il modo di dipingere ad olio imponesse in un certo senso uno sviluppo obbligatorio verso una direzione di sfumato. Con i colori ad olio infatti sfumare viene quasi spontaneo e artisti di grande intuizione come Leonardo e Giorgione non poterono evitare di approffittarne prima di altri. Leonardo si concentrò di più sulla possibilità di eliminare i segni delle pennellate imposte dalla pittura all’uovo, mentre il Giorgione utilizzò il colore specialmente per dare risalto alle emozioni umane e alla natura.  
 
6) Dipinti sensuali. 
Nascono in Veneto sempre per opera di Giorgione, applauditissimi dai patrizi veneziani, anche i primi dipinti (erano tele di piccolo formato) a sfondo sensuale e questo genere pittorico, è un altro aspetto che ci farà riconoscere subito l'entrata in uno stile pittorico tipico solo del secolo XVI. 
 
Laura di Giorgione del 1506  
 
7) Il movimento dei corpi. 
Un altro fattore che ben fa riconoscere un dipinto della fine XV secolo da uno dell'inizio XVI è senz'altro il movimento umano, prima quasi assente dalle rappresentazioni pittoriche. Già a fine Quattrocento Antonio del Pollaiolo aveva svolto studi sul movimento del corpo in alcune tele dedicate ad "Ercole", ma le differenze con quanto fatto attorno al 1504 da Leonardo nella sua "Battaglia di Anghiari" e Michelangelo nella "Battaglia di Cascina" (affreschi ordinati per la decorazione di Palazzo Vecchio in Firenze da Pier Sodarini, confaloniere della Repubblica fiorentina), sono davvero notevoli. Questi due affreschi si dice siano stati "scuola per il mondo". Mentre si eseguivano, ogni giorno da tutta l'Italia giungevano giovani artisti (arrivò anche Raffaello Sanzio d'Urbino) in modo da imparare i nuovi accorgimenti atti a rendere il corpo più libero di muoversi nelle raffigurazioni.  
 
Ercole e Idra del Pollaiolo  
 
Battaglia di Anghiari di Leonardo (copia da Rubens)  
 
Battaglia di Cascina di Michelangelo (copia dal Sangallo)  
 
8)L'arrichimento tramite i gioielli. 
Nel 1506 Raffaello Sanzio eseguì il ritratto a "Maddalena Strozzi-Doni", ponendo la donna in una posa simile alla Gioconda, ma sfruttandola per mostrare in primo piano gli anelli alle mani e il grande ciondolo al collo. Da questo momento in poi si inizierà un nuovo modo di ritrarre le figure, ovvero aggiungendo particolari prezioni come i gioielli e gli abiti lussuosi da porre in primo piano per dare maggiore lustro ai commissionanti. 
 
 
STUDIO DI RICONOSCEMENTO STILISTICO: Due quadri dello stesso pittore ma di secoli differenti. 
Osserviamo una “Madonna con Bambino” di Giovanni Bellini; questo dipinto si potrebbe anche confondere con un quadro risalente alla fine del Quattrocento per la posizione dei protagonisti,  invece è del 1510 perché vi è l'introduzione della natura dietro la Madonna e il Bambin Gesù, inoltre le linee del disegno sono sfumate e non più spesse e grosse.  
 
 
Avendo il Bellini compiuto molte Madonne in stile quattrocentesco (vedi quadro di sotto), gli storici dell’arte hanno inserito il suo nome tra i pittori quattrocenteschi, seppure egli visse fino al 1516 e nonostante fu sempre pronto fino in tarda età a sperimentare i moderni procedimenti pittorici (Giorgione è considerato invece del Cinquecento anche se visse fin solo al 1510 essendo considerato un pittore rivoluzionario)
Se un'opera appartiene ad un secolo o ad un altro, deve essere visto solamente dal tipo di pittura: Botticelli fece lavori solo di pittura quattrocentesca anche se alcune sue opere sono datate XVI secolo; Giovanni Bellini invece ebbe una produzione mista, alcune sue opere sono di pittura cinquecentesca anche se la maggior parte della sua produzione è quattrocentesca. Ciò che conta sono le innovazioni pittoriche di un secolo o di un altro nel riconoscimento di uno stile pittorico e ciò, certo non si può giudicare dalla nascita o dalla morte di un pittore. 
Ma ora osserviamo questo dipinto sempre di Giovanni Bellini datato 1465 ed eseguito senza novità cinquecentesche. 
 
 
La differenza è davvero enorme rispetto alla Madonna con Bambino del 1510 di questo artista; noterete senz'altro che i protagonisti non hanno un paesaggio alle spalle e le linee del disegno come ad esempio i capelli del Bambin Gesù, sono dure e quindi non sfumate. Quindi in realtà il pittore è quattrocentesco per quest'opera, ma non lo è per i suoi lavori compiuti in tarda età.  
 
 
Un dipinto dei primi anni del Cinquecento porterà sempre e comunque le tracce del cambiamento stilistico avvenuto con Leonardo e Giorgione. La pittura ad olio inoltre, sicuramente lascia sul dipinto una pennellata diversa e una patina inconfondibile che permette l'individuazione a colpo d'occhio di un quadro eseguito a tempera ed uno a tecnica mista.  
 
Riassumendo 
Un quadro d'inizio Cinquecento sarà riconoscibile da uno di fine Quattrocento per le novità leonardesche introdotte in pittura che sono: l'introduzione della figura posta a tre quarti; più persone raggruppate in solo blocco; lo sfumato e novità prospettiche mai prima viste; inoltre gli studi sulle espressioni dolci dei volti, paesaggi sugli sfondi dei ritratti e altri studi su come far muovere i corpi più liberamente. 
Le novità giorgionesche invece furono: maggior risalto al paesaggio, al ruolo dei colori per provocare emozioni e al filone sensuale. 
Michelangelo iniziò lo studio sui movimenti del corpo mentre Raffaello Sanzio si occuperà di dare maggior prestigio ai suoi committenti attraverso i ritratti. 
 
Nelle prossime lezioni vedremo come si svilupparono le novità pittoriche di inizio Cinquecento introdotte dalla pittura toscana e veneta alla nascita del periodo detto Rinascimento. 
(FAGR 2-5-13)