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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
LE ORIGINI DELLA SATIRA IN PITTURA 
 
Le origini della satira si perdono nel tempo, difatti essa iniziò la sua storia grazie ad Omero (il più imitato tra i poeti antichi) che nessuno sa quando esattamente visse. Non è così però per la rappresentazione della satira in immagini, la quale prese piede soltanto nel Settecento (vedi articolo: La satira tagliente di Hogarth). Nell’Ottocento il filone satirico in pittura si allargherà a macchia d'olio, trasformandosi nel Novecento nelle celebri vignette che tutti conosciamo e che appaiono in parecchie riviste. Ancora oggi la satira ha lo stesso scopo che ebbe nei suoi albori con Omero, cioè mettere in ridicolo i potenti, i cattivi, gli stupidi o la società in cui si vive, mostrandoci sempre la visione di chi vi ricorre, sia con la penna che con un pennello.  
Tra i primi esempi di satira nella storia della pittura vi è quello di un autore (ovviamente) anonimo, di origine fiamminga, dove già dal titolo si intuisce chi vuole colpire: “Elisabetta I nutre la mucca olandese”. Questo quadro venne realizzato nel 1586 e qui appare la regina d’Inghilterra mentre dà del fieno ad una mucca (rappresentante delle province olandesi) sulla cui groppa siede Filippo II di Spagna; a tenere fermo l'animale ci pensa Guglielmo d’Orange, mentre il duca d’Angiò tenendone la coda tra le mani, viene sporcato dalle sue feci. Quest'immagine pittorica apparve dopo la visita del duca d’Angiò (fratello di re Enrico III di Francia) alla corte di Elisabetta I per discutere della sua proposta di matrimonio in cambio del sostegno francese contro gli spagnoli.  
Sempre dall'Olanda viene un altro dipinto anonimo intitolato: “Satira sulla castità”, realizzato nel periodo che va dal 1600 al 1649; l'unica cosa certa conosciuta sull'autore di questo quadro è che non era un papista-cattolico visto che l’opera mostra un monaco e una monaca in intimità mentre il papa li osserva con una lanterna.  
Anche la scultura ebbe la sue statue “parlanti” come ad esempio Pasquino (visibile nell’incisione del 1528 di Nicolas Beatrizet (1507-1565)), dove i romani appendevano sopra al collo e ai piedi dei fogli con versi satirici (le celebri pasquinate).  
La satira può essere considerata la voce del popolo e il suo intento è quello di portare a riflessioni capaci di migliorare le condizioni umane.  
(FAGR 7-10-14) 
 
La regina Elisabetta I nutra la mucca olandese  
 
Satira sulla castità  
 
Pasquino 
 
 
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