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IL MITO DI RAFFAELLO NELL'OTTOCENTO 
 
Ha dipinto il suo primo affresco all'età di otto anni, a diciassette si firmava già magister e per lui il papa Giulio II, cacciò dal Vaticano numerosi artisti affermati, tra i quali il suo maestro: si tratta di Raffaello, l'artista che seppure non fiorentino, fu tra i più elogiati dal Vasari, notoriamente di parte quando scriveva nelle sue "Vite" la storia di artisti forestieri.  
Un amore durato quasi dieci anni con una delle sue modelle, unito ad una morte in giovane età, tutt'ora avvolta nel mistero, fa oggi del Sanzio un mito miscelato tra realtà e leggende popolari ancora assai affascinante. Sono poche le notizie realmente documentate di questo grande e precocissimo genio, di certo si conoscono i luoghi dove ha lavorato e le commissioni che ha avuto, ma della sua breve esistenza, quasi nulla. Le poche informazioni che ci sono giunte sono state narrate Giorgio Vasari, il quale si sa, molto attendibile non era, tuttavia il critico creò un alone talmente mitizzante per quanto lo riguardava, che spinse i pittori dell'Ottocento a raffigurare i momenti della sua vita come si era fatto in precedenza solo con gli eroi, semi-dèi di Omero.  
Francesco Benucci, Alexandre-Evariste Fragonard e Luois Crignier, dipinsero l'attimo in cui secondo Vasari, Giovanni Santi, padre di Raffaello, condusse il figlio a bottega dal Perugino quando aveva solo otto anni. Ingres lo raffigurò in due quadri abbracciato alla sua famosissima modella e amante originaria di Siena: la Fornarina ( Margherita Luti, il soprannome "Fornarina" le derivò dal lavoro del padre che era appunto un fornaio). Questa bella donna si trasferì a Roma con la famiglia e come fanno presumere le date di vari disegni di Raffaello in cui è ritratta, il loro incontro avvenne intorno al 1509-1510. Margherita rimase accanto all'artista fino al giorno della sua morte avvenuta il 6 aprile del 1520 e circa quattro mesi dopo, si ritirò in un convento dove vi rimase fino alla fine dei suoi giorni. Per i pittori romantici ottocenteschi questa storia dal finale tragico, fu all'altezza della tragedia di Shakespeare Giulietta e Romeo o della vicenda di Paolo e Francesca che fu tratta da un fatto di cronaca e descritta nell'Inferno da Dante.  
Ingres però non dimenticò di dipingere un altro fatto sempre narrato dal Vasari (un po' meno romantico per i sostenitori della coppia Raffaello-Fornarina), dove il Sanzio si impegna nel fidanzamento con Maria, una nipote del cardinal Bibbiena.  
François-Edouard Cibot, lo rappresenta impegnato in un dialogo artistico con il suo maestro Pietro detto il Perugino, un momento non supportato da prove certe, ma che può benissimo essere avvenuto durante il periodo umbro di Raffaello.  
Un'altro dipinto raffigurante una scena non data a sapere se sia mai realmente avvenuta, è "Raffaello insegna la prospettiva a Fra Bartolomeo della Porta" di Filippo Leonardi; probabilmente il soggetto è solo un pretesto adoperato per dirci quanto il Sanzio sia stato un grande maestro per gli artisti contemporanei e coloro che lo seguirono. In un'altra rappresentazione vi è il momento della sua morte e il pittore Nicolas-Andrè Monsiau, lo dipinge circondato da molte persone, compreso il papa. Ci sono inoltre i quadri che raffigurano il suo funerale per opera degli artisti Pierre-Nolasque e Bergeret Pietro Michis.  
Probabilmente se avessimo potuto assistere personalmente alla vita di Raffaello, conosceremmo molti altri particolari che sarebbero stati all'altezza di essere immortalati su tela, ma quando Vasari pubblicò le "Vite" nel 1550, quanto riguardava il grande maestro era stato tramandato a voce e sicuramente molto di lui è andato perduto. Sta di fatto che nonostante le poche notizie a noi giunte, i pittori romantici sentirono il bisogno di mettere in risalto quanto si sapeva dei suoi trentasette anni di vita. Il secolo XIX vide nello stile pittorico del Neoclassicismo trionfare la pittura eroica fedele ai principi illuministici che ritenevano di nessun conto quanto riguardava i sentimenti e il Romanticismo per mettersi in contrapposizione, ricercò non solamente nei fatti di cronoca, ma anche nella letteratura, tutto quanto suscitava emozioni. Raffaello, pittore definito sublime per come seppe dipingere con grazia e perfezione, fu così scelto al pari di altri personaggi romanzeschi, per dar vita ad una pittura non eroica capace di suscitare grande pathos tra gli appasionati d'arte.  
(FAGR 16-8-09) 
 
Raffaello condotto dal padre Giovanni Santi a Perugia dal Perugino  
 
Raffaello e il Perugino  
 
Raffaello nel suo studio con una modella  
 
Raffaello e la Fornarina  
 
Raffaello e la Fornarina 
 
Il fidanzamento di Raffaello con Maria la nipote del cardinal Bibbiena  
 
La morte di Raffaello  
 
 
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