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IL MESTIERE DI PITTORE 
 
A partire dal Rinascimento i pittori vennero tenuti in grande considerazione da re, imperatori, papi e nobiluomini, ma negli anni precedenti per celebrare le proprie grandezze, ci si affidava principalmente all'arte dell'architettura e della scultura. Le grandi opere pittoriche come ad esempio la decorazione della Cappella Sistina da parte di Michelangelo, presero ad essere richieste sempre più spesso solo quando le arti del disegno e della prospettiva raggiunsero quasi il massimo della perfezione creando grande stupore nelle genti per le immagini date. I pittori rinascimentali erano poi stimati non solo perché realizzavano ciò che più colpiva l'immaginazione del popolo, ma anche perché avevano nozioni di architettura, di letteratura, di storia e nel caso di Leonardo da Vinci come tutti sanno, anche di più (sapeva perfino suonare molto bene). A loro capitava quindi di frequente di essere invitati nelle ricche dimore giacché possedevano delle menti argute in grado di divertire gli ospiti sostenendo discussioni di qualunque genere e riuscendo anche a recitare poesie e rime. Erano talmente ammirati che è divenuto celebre l’aneddoto secondo cui l'imperatore Carlo V s'inchinò davanti a Tiziano Vecellio per raccogliergli il pennello caduto mentre lo stava ritraendo. Forse si tratta di una diceria, ma il fatto che sia nata, fa comprendere bene quanto fossero stimati gli artisti durante il Rinascimento. Il fascino che essi esercitavano fece partire molte commissioni di tele dove appaiono le loro botteghe con tutto quanto vi succedeva dentro, così, grazie al desiderio dei signori di un tempo di vedere come vivevano i pittori,  i quali stavano sempre a stretto contatto con belle modelle, noi oggi possiamo sapere com'erano i posti dove lavoravano. 
Giorgio Vasari ritrasse tre modelle svestite di fianco ad un pittore, il quale dipinge una di esse mentre le altre due si stanno svestendo (o vestendo); in lontananza si vede anche un garzone al suo tavolo di lavoro. 
Vermeer dipinse un pittore che sta realizzando un pudico ritratto all’interno di una stanza impreziosita da un ricco drappeggio; Tiepolo e Fragonard in stile settecentesco lo immortalarono invece mentre ritrae fanciulle a cui è richiesto di spogliarsi. 
Courbet realizzò: “L’Atelier di un pittore”, dove vi è una stanza molto simile ad un’aula di Accademia d'arte con una modella nuda che osserva insieme a molte altre persone il maestro mentre dipinge un paesaggio; la donna svestita è qui rappresentata anche se in quel preciso momento non occorre il suo lavoro. 
Alma-Tadema con il quadro intitolato "Studio romano", cala la scena nell’antica Roma, ma è ben chiaro che l'ispirazione è tratta da un ambiente più moderno, infatti  una modella nuda al centro di una stanza che viene ritratta da una moltitudine di uomini, richiama subito le accademie ottocentesche (gli antichi romani non ritennero nemmeno opportuno salvare per iscritto i nomi di tutti i loro artisti, figuriamoci a creare per loro delle scuole). 
Il pittore William Powell Frith (1819-1909) volle invece mettere in risalto la noia del lavoro della modella; l’opera non viene qui infatti rappresentata dal punto di vista del pittore, ma da quello della povera donna che dopo ore ferma in posa, si addormenta sulla sedia. 
Naturalmente ogni medaglia ha il suo rovescio e le energie che assorbiva il mestiere del pittore per essere portato alla conoscenza completa oltre al continuo tentare sempre di spingersi più in là in modo da continuare a meravigliare, spesso distruggeva i fisici degli artisti prima dell'età avanzata, ricordiamo: Carracci e Parmigianino, ma sono molti di più. 
Il lavoro dell'artista fu ammirato fino a quasi la fine del XIX secolo, dopo a poco a poco i pittori diventando più numerosi, ricercarono nuovi mercati e diedero il via a correnti artistiche miranti più a denunciare le orribili realtà in cui era costretto a vivere l'uomo comune che alla decorazione perfetta delle sale dei potenti per celebrarne le virtù, perciò la fama di "eccellente" del mestiere del pittore andò presto a rotoli. Attualmente la parola "artista" per quanto riguarda il carattere di una persona, è sinonimo di originale e un po' pazzo, ma mai di compagnia piacevole. 
(FAGR 8-1-13) 
 
Giorgio Vasari (1511-1574) 
 
Vermeer Jan (1631-1675)  
 
Tiepolo Gian Battista (1696-1770)  
 
Fragonard Jean-Honoré (1732-1806) 
 
Courbet Gustave (1819-1877)  
 
William Powell Frith (1819-1909)  
 
Heinrich Rettig (1859-1921)  
 
Lawrence Alma-Tadema (1836-1912)  
 
François Barraud (1899-1934)