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I QUATTRO MOMENTI DEL GIORNO 
 
Il progresso della mente umana è sempre avvenuto per fasi e il pittore satirico William Hogarth (1697-1764), ritenuto oggi l'inventore della satira moderna, s'ispirò per le sue varie serie di dipinti, atti a criticare e mettere in risalto i vizi della sua società, al lavoro letterario di Orazio (vissuto ai tempi dell'imperatore romano Ottaviano detto Augusto) e Giovanale (vissuto a cavallo tra il primo e il secondo secolo d. C.). Ma non solo a loro. Grande importanza ebbero per Hogarth anche i dipinti dedicati alle “Stagioni” sia se riferite all'età dell'uomo o alla natura e perfino alle scene pastorali dei pittori francesi Poussin e Lancret; queste ultime specialmente furono la base per la serie di tele chiamate: “I quattro momenti del giorno” (eseguite nel 1736 e incise nel 1738), in cui l'artista sostituirà pastori e pastorelle con mendicanti e altri personaggi indicanti lo stato di degenerazione morale vigente tra i suoi contemporanei. A differenza delle altre serie di quadri satirici dipinti da Hogarth, qui il protagonista non è il solo a muoversi in tutte le tele, ma ognuna di esse ha un tema a parte che mostra come in ogni momento della giornata a Londra vigeva nel Settecento il mal costume. Nel quadro intitolato “La mattina” appare una pudica zitella che si reca in chiesa nel quartiere londinese di Coven Garden, visibilmente scioccata dal fatto di doversi fare strada tra chi ha fatto baldoria la sera precedente. In “Mezzogiorno” il pittore mette a confronto due culture diverse nel quartiere di St. Giles e si vede su un lato dei rifugiati ugonotti che escono da una chiesa francese vestiti elegantemente in pose boriose, dall'altro lato invece degli inglesi vestiti poveramente molto più umili nel modo di proporsi; la sua simpatia va evidentemente agli inglesi e ciò può essere spiegato solo con l'inimicizia nazionale inglese verso i francesi seppure anche solo dei rifugiati (molti ugonotti francesi fuggirono in Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni in Francia). In “Pomeriggio” Hogarth si diverte a dipingere un tintore (riconoscibile dalle mani macchiate di blu) che porta la moglie incinta in campagna (si nota dalle colline sullo sfondo e il largo cielo serale) per sfuggire alla affollata e fumosa vita di città, ma solo per poi farla alloggiare in una locanda anche più affollata e fumosa; in testa l'uomo ha corna di vacca per suggerire che i figli non sono suoi e ciò in modo da riferirsi ancora di più alla stupidità dei mariti e al malcostume delle loro mogli. In “Sera” possiamo ammirare in pieno centro di Londra un massone ubriaco (identificato dal grembiule indicante una confraternita di artigiani) a cui una donna da una finestra rovescia in testa il contenuto di un vaso da notte; tale orrenda abitudine esistente in tutta Europa non è la sola ritratta qui, perché si può notare anche l'usanza pericolosissima di accendere fuochi festaioli in strada (sullo sfondo si vede anche una casa che brucia) e il fuggire la notte di inquilini dai padroni di casa per evitare di pagare l'affitto; sulla destra del dipinto c'è poi la bottega di un barbiere-chirurgo che rade a casaccio un pover'uomo già insanguinato sul collo e l'orrenda visione di ciotole piene del sangue dei clienti del giorno appoggiate sulla finestra in bella vista. Questa era la vera Londra e non certo quella mostrata in altre immagini pittoriche idealizzate sicuramente preferite dai nobili inglesi per vantare la loro patria. 
William Hogarth in gioventù avrebbe voluto tanto diventare un pittore di storia e si diede molto da fare per riuscirci, ma non ebbe successo perché altri sempre venivano preferiti a lui, così cambiò direzione ispirato da delle letture classiche satiriche. Fa sorridere il pensiero di quanto avrebbero pagato invece le sue tele storiche gli aristocratici colpiti nel loro modo di vivere dalla sua arte satirica pur impedirgli di aprire un libro di Orazio o Giovanale. 
(FAGR 28-11-15) 
 
Mattina 
 
Mezzogiorno 
 
Pomeriggio 
 
Sera 
 
 
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