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PITTORI CON IL VIZIO DEL GIOCO 
 
Chi ha il vizio del gioco non riesce mai a controllarsi e se possiede un solo centesimo in tasca, lo metterà a disposizione della fortuna, dopo si fermerà solo quando resterà con le tasche completamente vuote. Non esiste un ceto sociale che non sia stato mai toccato da questa piaga, tanto meno quello dei pittori, sempre provvisti di menti pronte ad annoiarsi se la vita non li soddisfa pienamente, giacché sembra sia proprio questo il fattore accomunante tutti i giocatori. I vizi si sa, si cerca sempre di nasconderli se non si può travestirli di virtù, ma l'artista che si è trovato ad attirare l'attenzione di qualche biografo poco propenso a celare particolari piccanti sulla vita dell'interessato, non ha potuto farlo. Il fatto è che i giocatori incalliti sono spesso persone nervose, presuntuose e irritabili con poco, quindi  in grado di risultare antipatici a molti, così in passato non si pensò a celare ai posteri ogni difetto dei pittori Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (1571-1610), Guido Reni (1575-1642) e Gaetano Martoriello (1673-1723). Erano artisti di talento e davanti alla loro arte i biografi si sono sempre tolti il cappello, ma di Caravaggio scrissero che frequentava costantemente le bische odiando a morte i bari (lo testimonia anche una sua famosa tela intitolata i “Bari”) e che ne uccise anche uno; di Guido Reni scrissero che negli ultimi anni di vita sperperò tutti i suoi averi al gioco mettendolo davanti a ogni cosa, lavoro compreso, pur di ricercare continuamente l'eccitazione del vincere; di Gaetano Martoriello il biografo Bernardo de Dominici nel suo testo “Vite di pittori, scultori, architetti napoletani”, pur elogiando la sua bravura di artista, ne raccontò peste e corna, tra cui di come sperperasse enormi somme di denaro al gioco. Oggi si parla di tale vizio come un disturbo mentale (per l'incapacità di controllo di queste persone) e quindi con il rispetto dovuto ad una malattia, nei cartacei del passato però non esisteva nessun tipo di rispetto: chi parlò era alquanto scontento di dover elogiare il talento di questi pittori e dovette a tutti i costi anche denigrarli per attirare loro addosso del disprezzo in grado di sminuirli. 
(FAGR 18-6-16) 
 
Caravaggio 
"Autoritratto" 
Guido Reni 
"Autoritratto" 
Gaetano Martoriello 
"Paesaggio con figure" 
 
 
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