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UNA INDOMITA PITTRICE 
 
Un incidente di caccia interruppe le lezioni di disegno che prendeva da giovane la futura pittrice Marianne von Werefkin (1860-1938) presso il famoso pittore realista russo Il'ya Repin; essendosi ferita proprio alla mano con cui dipingeva dovette rinunciare, ma nel suo cuore la passione per la pittura non cessò mai.  
Figlia di un comandante di reggimento dell'esercito russo, a 32 anni conobbe Alexej von Jawlensky (1864-1941) anch'egli proveniente da una famiglia militare. Alexej era stanco di fare il soldato ed era ben deciso a lasciare la Russia per divenire un famoso pittore.  
Marianne lo seguirà in Germania a Monaco di Baviera divenendo sua compagna di vita; lo sostenne poi mentre diveniva uno dei pittori più importanti artisti dell'Espressionismo tedesco (fece parte anche del gruppo “Der Blaue Reiter”) e tra i maggiori interpreti delle avanguardie del Novecento. Alexej sarà il suo secondo maestro e per lungo tempo Marianne fu allieva, infatti inizierà a dipingere opere impressioniste solo nel 1907.  
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale la coppia fuggì in Svizzera e qui la pittrice si separerà dal compagno per stabilirsi ad Ascona dove fonderà il suo gruppo d'avanguardia Grober Bar (Orsa Maggiore). Ella fu una artista espressionista molto apprezzata che riunirà attorno a se parecchi seguaci.  
Purtroppo dovette affrontare anche il periodo in cui si definiva dai governi l'arte moderna come “degenerata”, però Marianne fino all'ultimo respiro sosterrà lo stile espressionista che poneva immagini rappresentanti l'angoscia dell'esistenza umana in primo piano sulle tele. 
 
(FAGR 28-07-2022)