L'IDEA DEL TEMPIO DELLA PITTURA
Il milanese Giovanni Paolo Lomazzo (1538-1592) venne considerato un pittore manierista eccellente ai suoi tempi e probabilmente non sarebbe mai diventato uno scrittore se una malattia agli occhi non lo avesse costretto all'inattività. I suoi lavori artistici giunti sino a noi poco numerosi, oggi gli danno poco lustro invece la sua opera letteraria al contrario lo esalta, perché se Giorgio Vasari diede inizio alla critica moderna, Lomazzo mise le basi per il suo successivo sviluppo.
Ciò che colpì del suo stile letterario fu soprattutto l'originalità e anche un senso poetico unico. Nei suoi scritti appaiono fonti diverse, tuttavia ad ispirarlo risulta l'influsso dello stile “grottesco” iniziato da Leonardo da Vinci con alcuni disegni fatti durante il suo soggiorno alla corte milanese degli Sforza.
Lomazzo amò soprattutto divertire quando scriveva e non volle mai appesantire nessuno parlando d'arte, perciò ebbe molti ammiratori che continuarono la sua opera. Nel suo testo: “Idea del tempio della pittura” considerò la pittura come un tempio le cui colonne erano i sette governatori: Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Polidoro da Caravaggio, Andrea Mantegna, Tiziano e Gaudenzio Ferrari. Inutile dire che esaltò come fece il Vasari i suoi artisti preferiti, comunque cosa importa? Senza di lui il cammino della critica d'arte moderna sarebbe stato molto più lento ed è questo l'importante.
(FAGR 11-5-17)
"Autoritratto" di Giovanni Paolo Lomazzo
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