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L'OCCHIO INDISCRETO V: LA DORMIENTE 
 
Il primo a dipingere su tela una Venere dormiente fu il pittore veneto Giogione (1477 ca.- 1510). Nell'antichità greca e romana la dea dell'amore e della bellezza fu sempre descritta ben sveglia in compagnia di Marte, il suo amante o di Vulcano, suo marito oppure con il figlioletto Cupido.  
Il soggetto della fanciulla ignuda e addormentata nella natura in totale solitudine, fu in genere affidato dai mitografi greci alle ninfe, cioè a divinità minori e difatti molti studiosi pensano oggi che Giorgione (di cui si sa poco) intendesse raffigurare una di queste figure, ma dalla fine del Cinquecento il titolo di quest'opera venne trascritto in cataloghi con il nome della dea più conosciuta (Venere appunto), giacché s'ignorava di preciso chi fosse la protagonista del quadro.  
La Venere dormiente di Giorgione oggi a Dresda (Staatliche Gemaldegalerie), è un capolavoro dell'arte veneta cinquecentesca che ispirò tantissimi pittori, tra cui l'allievo di Giorgione, il bravo Tiziano che dipinse la famosa Venere d'Urbino donando per la prima volta dai tempi dell'Impero romano, sensualità ad un nudo di donna (un'idea che subito fece scuola).  
Nel lavoro giorgionesco non solo vi è un tema insolito per quei tempi (si preferiva l'arte religiosa), ma per la prima volta nella storia dell'arte si vede dare molto risalto alla natura, una novità pittorica che piacque molto a ricchi patrizi veneziani e che rivoluzionò da subito la pittura veneta.  
Il tema della Venere dormiente fu ripreso tra gli altri anche da Girolamo da Treviso (1508-1544) e dal Padovanino (Alessandro Varotari 1588-1649) con l'aggiunta di puttini giocosi, anche se la donna in primo piano viene da loro mostrata con meno senso poetico e spunti simbolici di quanto non fece Giorgione.  
La pittrice secentesca Artemisia Gentileschi (1593- 1653) realizzò la sua "Venere dormiente" in una posa osè per una versione molto passionale che fece scandalo ai suoi tempi; la dea viene da lei posta in una stanza dove la natura compare da un'ampia finestra con un solo puttino che la rifresca usando delle piume di pavone. Questo tema fu elaborato in diversi modi fino a giungere a mostrare Venere come una semplice donna addormentata. L'erotismo in alcuni dipinti venne aumentato con la presenza di un uomo (o di un satiro), il quale affascinato dalla fanciulla, resta a guardarla rapito con chiare intenzioni lussuriose (come nelle opere Rubens e Poussin).  
Ancora alla fine dell'Ottocento la Venere dormiente sarà un soggetto amatissimo in pittura; parecchie sono infatti le opere in cui appaiono ragazze distese in semplici letti (anche se senza più tessuti preziosi a lambire la loro pelle), come si può notare nei quadri di Johann Baptist Reiter (1813 -1890), Vito d'Ancona (1825-1884) e Lovis Corinth (1858-1925).  
(FAGR 3-3-12) 
 
Girolamo da Treviso  
 
Artemisia Gentileschi  
 
Rubens 
 
Poussin  
 
Padovanino 
 
Padovanino 
 
Sebastiano Ricci  
 
Watteau 
 
George Demetrescu Mirea  
 
Johann Baptist Reiter  
 
Vito d'Ancona  
 
Lovis Corinth