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PITTURA OMNIA rivista della FAGR
COME INTERPRETARE LE ALLEGORIE CON LA "GUIDA PER INTERPRETARE I QUADRI" 2 
 
In questo secondo articolo dedicato all'interpretazione dei simboli pittorici con l'aiuto della nostra “Guida per interpretare i quadri-Il manuale indispensabile dello storico d'arte”
ci occuperemo di un'opera allegorica di un artista di cui si sa molto poco, ovvero Pseudo Granacci (chiamato anche "Il maestro della storia di Giuseppe Spiridon").  
Iniziamo a dare un significato a tutti i simboli e alle figure del dipinto che sono: 
-Tre Grazie 
-Cupido bendato con la donna sul trono 
-Trono  
-Carro 
-Cigni 
-Cervo  
-Cane senza testa 
-Corda con nodi 
-Ramo d'ulivo 
-Tronco spezzato 
-Bandiera 
Come leggiamo nella nostra “Guida per interpretare i quadri le TRE GRAZIE sono viste come le personificazioni dei tre volti dell'amore: Castità, Bellezza e Sensualità. Esse sono sempre nude perché sono intese come "amore spirituale" e contrariamente a quanto si potrebbe pensare, esso è rappresentato dalla nudità. 
Il CERVO alle loro spalle è un richiamo al mito di Diana e Atteone: la dea trasformò l'uomo in un cervo per averla spiata mentre si faceva il bagno. Da allora viene messo un cervo all'interno di un quadro allegorico come monito alla salvaguardia della verginità delle fanciulle. 
 
 
Il CUPIDO BENDATO accanto alla figura femminile sul TRONO (simbolo di sovranità con potere assoluto e di gloria) rappresenta la CASTITA' (vedi la seconda parte della nostra "Guida"), la quale tiene in mano una frusta, la CORDA CON NODI che è un simbolo di fustigazione purificatrice, per indicare il predominio della castità sull'amore carnale (rappresentato dal Cupido). Qui il dio dell'amore è sottomesso alla figura allegorica, la quale sta passando la frusta alla donna accanto a lei per indicare il passaggio del predominio dell'amore spirituale a tutte le fanciulle della terra. Anche il CARRO è un simbolo di gloria (come leggiamo nella terza parte della nostra "Guida") ma rappresenta anche una Vita tranquilla guidata dalla ragione
 
Nella sezione "Animali" della "Guida" alla voce CIGNO scopriamo che simboleggia la purezza, l'innocenza e la grazia femminile (richiamando così le Tre Grazie); la donna accanto indica con l'indice della mano destra il cielo, gesto che vuole rappresentare il volere di Dio. 
Importante nell'interpretazione di quest'opera è il tronco spezzato, il quale riesce a verdeggiare solo da un ramo (vedi anche l'articolo "L'allegoria del Lotto"); l'albero rappresenta l'unione tra il cielo e la terra pertanto dove vi è una crescita, significa che lo spirito è rivolto verso Dio, mentre dove è morto (spezzato), indica la vittoria del peccato sull'animo umano ormai lontano dal bene. 
 
Una donna tiene in mano il RAMO D'ULIVO, uno dei simboli della cristianità rapprensentante la "pace" mentre l'altra porta una BANDIERA, simbolo di vittoria che appare spesso anche nei quadri religiosi in mano al Cristo risorto e ai santi guerrieri per indicare la vittoria dello spirito sui peccati. 
Davanti alla donna con il ramo d'ulivo vi è un cane, da sempre simbolo di vigilanza e fedeltà, attributi adatti per richiamare l'amore puro e fedele, ma è anche un animale attribuito del mito di Atteone e richiama così anche il cervo posto nella parte opposta del dipinto. 
Ogni cosa in quest'opera simboleggia il tema dell'amore spirituale (castità) e di come bisogna sempre tenersi lontano da ciò che può indurre in tentazione (Cupido, simbolo dell'amore carnale con anche l'allusione al mito di Atteone); il messaggio del quadro ci parla della forza di volontà (frusta) e dell'amore per la bellezza (le Tre Grazie) come unico mezzo per rimanere puri di cuore. Il trono ci fa pensare alla vittoria e di conseguenza il tema è senz'altro il TRIONFO della CASTITA'
 
La Guida per interpretare i quadri” — “Manuale indispensabile dello storico d’arte”, per il suo contenere ogni elemento che può essere presente in un dipinto antico, vi permetterà di valutare nell’esatto modo qualsiasi genere di quadro proveniente dal medioevo in poi; all'interno troverete inoltre anche tutti i consigli necessari per non incorrere in errori nelle interpretazioni delle opere pittoriche, in cui invece cadevano spesso in passato i bibliotecari che catalogavano i capolavori. 
(FAGR 24-3-19) 
 
 
 
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